Visita andrologica

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Che cos’è la visita andrologica?

La visita andrologica è un passaggio fondamentale per escludere, diagnosticare o monitorare un disturbo di carattere andrologico.
L'andrologia - dal greco ἀνήρ anḕr, uomo e λόγος lògos, discorso - è la branca specialistica della medicina che focalizza i propri studi sulla salute maschile, con particolare riferimento alle disfunzioni dell'apparato riproduttore maschile e dell'apparato urogenitale.

A cosa serve la visita andrologica?

La visita andrologica è fondamentale sia per la diagnosi di molti disturbi sia per la prevenzione: molte malattie dell’apparato genitale, se trascurate, possono compromettere la fertilità o danneggiare la potenza sessuale.

Quando si va da un andrologo?

Bisogna andare dall’andrologo ogni volta che:

  • Compare qualche segnale o sintomo anomalo, dal prurito al dolore ai genitali, dall’arrossamento alla presenza di macchie, da un’anomalia nella forma dei genitali  (ingrossamento di un testicolo, incurvamento o accorciamento del pene) all’ingrossamento delle mammelle,
  • Si ha un problema relativo alla vita sessuale:
  • Se si vuole un figlio, ma, nonostante i tentativi, non arriva,
  • Se si avverte un calo della libido,
  • Se ci sono problemi di eiaculazione precoce, di erezione o altro,
  • Se si subisce un trauma proprio lì, anche se è comparso solo un po’ di gonfiore.
  • E se non ci sono problemi:
  • La prima volta, durante la pubertà,
  • Fino ai 30 anni, in caso di necessità,
  • Dai 30 ai 50 anni, ogni 3 anni,
  • Dopo i 50 anni, annualmente.

Cosa si fa in una visita andrologica?

ANAMNESI
L’andrologo comincia con un semplice colloquio, "anamnesi" rivolgendo  all’uomo tutta una serie di domande di carattere generale sullo stato di salute attuale e passato, sull’eventuale assunzione di farmaci, sullo stile e le abitudini di vita, sull’eventuale presenza di disturbi particolari in membri della stessa famiglia.
Prosegue, poi, con domande più specifiche quando sono cominciati a comparire eventuali sintomi, come si manifestano, come possono essere cambiati nel tempo.
Infine si informerà anche della vita sessuale, perché è di fondamentale importanza scoprire se tutto funziona a dovere.
Grazie alle risposte, l’andrologo può già farsi un’idea dell’eventuale problema presente e della cura da prescrivere.

L’esame fisico
Dopo l’anamnesi si passa alla visita vera e propria. Bisogna spogliarsi perché  l'andrologo osserva e valuta tutto il corpo, dal viso alle gambe, per evidenziare la distribuzione  della peluria e del grasso, l’eventuale ingrossamento delle mammelle.
Poi si passa all’apparato uro-genitale.
Lo specialista: osserva e palpa il pene e i testicoli (da sdraiati e in piedi), prende i "polsi penieni", cioè rileva la dilatazione ritmica dei vasi sanguigni determinata dalla contrazione cardiaca, appoggiando due dita alla base del pene, valuta i riflessi nervosi genitali, tra cui quello bulbo-cavernoso (pinzettando leggermente il pene  si contrae lo sfintere anale), controlla la sensibilità dei genitali.
Se necessario, con un esame digitale viene controllato anche lo stato di salute della prostata.

Se servono altri esami
A questo punto lo specialista può procedere alla prescrizione di alcuni esami d’accertamento,  tra cui:

  • 1) Esame del sangue con dosaggi ormonali, cioè un prelievo che Indica  qual è l’assetto ormonale dell’uomo, A questo esame possono essere affiancati:
  • 2) Esame delle urine e urinocoltura;
  • 3) Esame del liquido seminale, per valutare la fertilità;
  • 4) L'ecocolordoppler dei testicoli: è un esame con cui si può controllare la direzione del flusso  sanguigno e misurarne la portata, individuando con precisione eventuali punti di ristagno.  Permette di stabilire o meno la presenza di varicocele, una dilatazione delle vene che drenano il  sangue dal testicolo e che può determinare un pericoloso rialzo della temperatura locale: un aumento di 1-2 gradi è, infatti, spesso sufficiente per danneggiare il normale processo di  maturazione degli spermatozoi;
  • 5) L'ecografia prostato-vescicolare trans-rettale, che permette lo studio della prostata e delle  vescicole seminali, da cui hanno origine i dotti che conducono lo sperma dalla prostata all’uretra
  • 6) Il test mediante erezione farmaco-indotta: si iniettano farmaci in grado di indurre l’erezione del  pene (prostaglandine) e, a questo punto, si valuta il turgore, rigidità e tempo di risposta  erettiva del pene, oltre all’eventuale presenza di placche o incurvamenti;
  • 7) L'ecocolordoppler dinamico del pene: studio vascolare del pene in condizioni di riposo e dopo  erezione farmaco-indotta, estremamente utile per valutare l’afflusso arterioso e il deflusso  venoso, oltre che permettere l’osservazione delle strutture interne;
  • 8) Rigiscan test: attraverso l’uso di uno strumento dotato di due anelli elastici da inserire  rispettivamente alla base e all’apice del corpo del pene si valuta, dopo aver indotta con i  farmaci un erezione, il turgore, la rigidità e la durata delle erezioni;
  • 9) N.P.T. (nocturnal penile tumescence): lo stesso strumento del rigiscan test viene applicato Per tre notti consecutive per valutare la presenza, la consistenza e la durata delle erezioni  spontanee che avvengono durante il sonno. 

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